Si utilizza la tecnica artroscopica, ovviamente mini invasiva, nei danni cartilaginei del ginocchio di dimensioni superiori ai due centimetri e di grado  quattro della classificazione di Outerbridge.

Cartliagine - Classificazione di Outerbridge - Dott F Noiapng

In artroscopia si effettuano delle micro perforazioni dell’osso subcondrale che verranno ricoperte da un composto di atelocollagene e fibrina. Questo composto avrà una funzione di impalcatura (scaffold) per le cellule mesenchimali e i fattori di crescita (concetto delle microfratture secondo Steadman) provenienti dall’osso e contemporaneamente indurrà queste stesse cellule a differenziarsi verso le cellule cartilaginee.

Questa tecnica viene definita one step poiché il trattamento viene fatto con una unica seduta chirurgica.

Dopo aver effettuato le micro perforazioni, al di sopra di esse si formerà un coagulo che, come abbiamo detto, conterrà cellule mesenchimali e fattori di crescita. Questo coagulo verrà stabilizzato e protetto dall’atelocollagene. Inoltre l’atelocollagene creerà un ambiente idoneo per la rigenerazione del neo tessuto cartilagineo.

In letteratura non sono riportate reazioni avverse legate all’utilizzo dell’atelocollagene. Questa metodica è quindi sicura essendo il collagene utilizzato biocompatibile e non dannoso. I risultati sono molto incoraggianti.

L’atelocollagene deve essere associato alla colla di fibrina per favorirne la gelificazione, inoltre si associa un composto di nutrienti cellulari definito stabilizer. I nutrienti cellulari che compongono lo stabilizer sono specifici per la proliferazione ed il corretto differenziamento delle cellule mesenchimali e dei condrociti. Possiamo quindi affermare che l’atelocollagene agisce direttamente nelle varie fasi del processo di riparazione tissutale (emostasi, proliferazione, riepitelizzazione e sintesi di nuovo tessuto). Inoltre la cooperazione tra atelocollagene, colla di fibrina e stabilizer costituisce una ottima impalcatura biologica tridimensionale per trattenere e stimolare le cellule mesenchimali e le piastrine che rilasciano fattori di crescita cellulari. 

La nuova tecnica di riparazione con atelocollagene ha una serie di vantaggi:

  • mini invasività (tempi operativi ridotti ed un solo intervento)
  • minor disagio per il paziente (un solo intervento)
  • risultati e tempi di recupero incoraggianti.
  • Decorso postoperatorio 

    Iniziale periodo di 20 giorni di riposo con arto tutelato da ginocchiera ortopedica articolata lunga e sbloccata, in modo da permettere la flessoestensione,  con divieto di carico.

    Dopo 20 giorni rimozione della ginocchiera, iniziare programma di chinesi passiva ed attiva, ma ancora divieto di carico.

    Dopo 30 giorni ripresa del carico parziale  con 2 bastoni , con gradualità, sino a guarigione che stimiamo in 60 giorni.

    Dopo 60 giorni iniziare programma di potenziamento muscolare, il carico è concesso con un bastone e dopo altri 15 giorni senza bastoni.

    Dopo 3 mesi il paziente torna ad una vita normale, ma non gli sono concesse pratiche sportive.

    Dopo 4 mesi si ripete la RMN

    Dopo 6 mesi si può riprendere una graduale pratica sportiva

    I risultati sono incoraggianti poichè la scomparsa  del dolore è pressoché immediata ed il carico dopo il periodo di riposo risulta agevole. 

    La possibilità di evitare doppi interventi e l'efficacia dei risultati ci inducono a ritenere di aver finalmente trovato una soluzione adeguata al problema delle lesioni cartilaginee del ginocchio nei pazienti giovani. 

    I risultati  ci inducono a ritenere possibile l'utilizzo della tecnica anche in pazienti non giovani.